Il “Becco Giallo” rappresentò la vera novità nel panorama della stampa satirica degli anni Venti in Italia. Fondato dal giornalista Alberto Giannini, si caratterizzò per posizioni antifasciste di marca liberale e democratica, vicine al riformismo sociale, ma non socialiste, e soprattutto anticomuniste.
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L’alternanza di pezzi di letteratura umoristica, vignette, e interventi serissimi fu molto apprezzata dal pubblico, che ne decretò il successo. Inevitabile venne la condanna da parte del regime, che reagì con azioni delle squadre fasciste, sequestri del giornale e frequenti arresti del direttore. Chiuso nel 1925, rivivrà una breve e difficile stagione tra i fuoriusciti in Francia, fino al “tradimento” di Giannini, passato armi e bagagli dalla parte del fascismo.