Che cos'è l'arte? Qual è la sua forza? Queste le domande che Alfred Gell solleva in Arte e agency, che il lettore legge qui nella sua prima traduzione italiana e che è lo studio cui l'autore deve la propria duratura fama. Secondo Gell, l'origine del potere che gli oggetti artistici esercitano su di noi dipende dal modo in cui sono stati costruiti.
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Veniamo incantati dalla tecnica con cui altri uomini trasformano i materiali. L'antropologo inglese abbandona tanto l'idea occidentale e reazionaria di opera d'arte bella quanto quella etnografica di manufatto funzionale, e sostiene che entrambi sono parimenti capaci di incorporare le nostre intenzioni e di agire come persone in carne e ossa. Testo all'avanguardia all'epoca della sua stesura, torna a esserlo oggi tanto per comprendere processi artistici à la Damien Hirst e installazioni che mettono in scena corpi viventi, artefatti d'uso comune e dispositivi tecnologici, quanto per dialogare proficuamente con recenti posizioni filosofiche come la actor-network theory di Bruno Latour, le teorie dell'embodiment e i nuovi materialismi. Postfazione di Carlo Severi.